Allargare il mercato, diversificare il prodotto, garantire le quote di legge
Le richieste della WGI a Renzi
Dall’11 al 13 dicembre si è tenuta a Firenze la sesta edizione della convention della Leopolda. La WGI non poteva restare inerme di fronte allo stallo del nostro settore e all’impoverimento di decine e decine di colleghi sceneggiatori respinti dalla concentrazione del lavoro nelle mani di pochissimi. Per questo ha chiesto di intervenire, per questo il 12 dicembre è stata ascoltata. Massimo Martella si è recato alla convention insieme a Carla Di Tommaso per la WGI: ecco il suo intervento,
Intervengo a nome della WGI-Writers Guild Italia, sindacato degli scrittori di cinema, tv e web. Siamo una categoria numericamente piccola, ma se ci pensate noi siamo il motorino di avviamento dell’industria dell’audiovisivo: senza le nostre sceneggiature, nessun film, nessuna serie Tv può mai essere realizzata.
Siamo nati due anni fa, convinti che il modo migliore di tutelare la nostra professione fosse aprire il mondo della scrittura e della produzione al cambiamento. Oltre a difendere i diritti dei nostri assistiti in sede contrattuale, siamo impegnati a promuovere iniziative per stimolare l’innovazione nel settore, e per far sì che torni a essere competitivo nel mondo, fino a farlo diventare un volano strategico per l’economia italiana.
Dico “tornare a essere” perché siamo in un momento di grave crisi della fiction italiana. I dati dicono che siamo passati da 800 ore di programmazione televisiva nel 2006, il momento di massima auge, a poco più di 400 ore nell’anno a cavallo tra 2013/14; ma non si può dire che il pubblico italiano non ami più veder raccontate delle belle storie, tant’è che tra i prodotti esteri inizia ad apprezzare i più innovativi. Se la produzione italiana si è dimezzata la motivazione principale è la trasformazione epocale del mercato televisivo, con il calo di ascolti delle emittenti generaliste e l’esplodere delle nuove forme di fruizione tramite satellite e web.
Ma va anche detto che la nostra fiction non è stata al passo con i tempi: il duopolio produttivo Rai-Mediaset ha portato a un impoverimento dei temi e dei generi, e con poche lodevolissime eccezioni a un crescente distacco del racconto televisivo dalla realtà del paese. Per noi sceneggiatori le conseguenze a livello lavorativo sono state pesanti: impiego riservato a un ristretto circolo di scrittori accreditati, con riduzione di oltre il 40% dell’occupazione, e un numero consistente di esperti, autori in passato anche di produzioni di successo, che si ritrovano in gravi difficoltà economiche.
Intendiamoci: il nostro primo intento è migliorarci, scrivere cose sempre più belle e puntare sulle nostre idee. Ma bisogna anche che queste proposte trovino un mondo produttivo aperto a leggerle e a valorizzarle, cosa che adesso quasi mai avviene: per non rischiare, infatti, chi produce e chi trasmette punta quasi sempre su schemi consolidati e contenuti già visti.
Il contributo che le istituzioni possono dare per aiutare il rilancio del settore si articola secondo noi in tre punti: favorire un allargamento del mercato, facendo saltare le rendite di posizione degli ultimi anni e facilitando l’ingresso nel mondo della produzione di nuovi soggetti; diversificare i prodotti e investire su prototipi che possano diventare vincenti; garantire che vengano rispettate le quote di investimento e di programmazione che ogni emittente deve riservare per legge al prodotto italiano, cosa che spesso non avviene, in un clima generale di abuso di deroghe e di assenza di adeguate sanzioni.
In questa direzione si sta muovendo il DDL proposto dalla Sen. Di Giorgi, sul quale siamo stati ascoltati in Commissione Cultura, dove abbiamo espresso pieno sostegno all’impresa. Della legge condividiamo soprattutto lo spirito generale, con l’introduzione della tassa di scopo che in pochi anni dovrebbe rendere il mondo dell’audiovisivo indipendente dalla fiscalità generale, e l’obiettivo dichiarato di incentivare la creatività, mettendo la scrittura al centro del processo produttivo. Abbiamo proposto alcuni emendamenti, in particolare sulla composizione del nuovo Centro Nazionale del Cinema, e sulla possibilità di finanziare direttamente, tramite apposita commissione, progetti presentati da sceneggiatori.
Altre proposte vorremmo poi fare a coloro che si apprestano a condurre il servizio pubblico:
rilanciare il ruolo degli scrittori. In tutto il mondo, dove le serie conquistano pubblico, il controllo della serie tv è affidato allo scrittore che l’ha ideata. In Italia, no. Questo aiuterebbe a svecchiare la produzione e a tentare strade originali, sulla scia della nuova serialità non solo americana, ma anche inglese e scandinava;
ricostruire il settore della lunghissima serialità, che è la prima base per riportare tutto il comparto a un modello industriale, e per creare un vivaio di giovani autori;
scoraggiare la pratica dell’acquisto di format stranieri.
Metteteci in grado di scrivere storie più vive e pulsanti, che sappiano raccontare meglio e più in profondità la realtà che ci circonda, per tornare protagonisti come un tempo nell’industria dell’audiovisivo.
Buon “cinema del futuro” a tutti!
Massimo Martella
I Guardiani della Soglia – La Writers Guild Italia è nata con l’intento di sostenere gli sceneggiatori. Questa rubrica – che prende il nome da uno dei gradini del classico manuale di scrittura Il Viaggio dell’Eroe di C. Vogler –si rivolge ai più giovani e indaga le vie d’accesso alla professione.