Nel fiume silenzioso
Parlano gli autori di uno dei soggetti vincitori al Premio Solinas 2024
In attesa delle fasi finali del Premio Solinas 2024, la cui celebrazione si svolge a Roma dal 6 al 10 dicembre all’Apollo 11, due vincitori del Miglior Soggetto 2024, i nostri soci Vincenzo Cascone e Lorenzo Ongaro, spiegano l’idea che, con il loro Nel fiume silenzioso – come si trova scritto nella motivazione della giuria del Premio – “ha portato una ventata di energia con la sua commedia nera dal ritmo serrato. La storia di una commercialista veneta che si trova al centro di una rocambolesca vicenda criminale, ha fatto sorridere e riflettere allo stesso tempo. La sua protagonista, irriverente e sottovalutata, diventa l’eroina inaspettata in una parabola di rivalsa sociale. Con intelligenza e astuzia, sfida le aspettative e mette in scacco i suoi avversari, simbolizzando la rivincita di tanti ‘underdog’, capaci di conquistare il loro posto nel mondo”.
Come nasce la storia di Nel fiume silenzioso, di cosa tratta il soggetto?
Siamo stati selezionati per un progetto di residenza letteraria sullo Scrivere di Mafia in Sicilia, organizzata da Navarra Editore agli inizi del 2020. Praticamente un attimo prima di rimanere chiusi in casa per il lockdown, abbiamo passato quasi un mese a Cinisi, a pochi passi da Palermo, dove abbiamo avuto modo di conoscere da vicino la storia di Peppino Impastato e di entrare in contatto con la straordinaria comunità che tiene viva ogni giorno la “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato”. Nell’ambito della residenza di scrittura abbiamo ricevuto l’esperienza e il punto di vista di molte persone che raccontano e denunciano la criminalità organizzata – parenti di vittime, attivisti, docenti universitari, scrittori, artisti. In particolare ci è rimasta impressa la testimonianza di una docente dell’Università di Bologna che ci ha raccontato del Processo Aemilia: il più grande processo alla ’ndrangheta nel Nord Italia, il secondo più importante alla mafia dopo il famoso maxiprocesso di Palermo. Nella costellazione di storie che chiaramente un evento così grande racchiude, c’era il caso di una commercialista emiliana che ha aiutato un boss ’ndranghetista ad acquisire beni provenienti dal fallimento di una società, e poi ha iniziato a essere una vera e propria consulente finanziaria della ‘ndrina. La cosa che più ci ha colpito fu che la commercialista – come emerge dalle intercettazioni – andasse fiera di avere un boss di quel calibro tra i suoi clienti: se ne vantava con il padre, con un collega parlava del “grande onore” di averlo ricevuto nel suo studio. Ricordiamo ancora quando, ascoltando questa vicenda, ci guardammo dai lati opposti dell’aula in cui eravamo e ci dicemmo in silenzio: questa sì che è una storia. E infatti quel personaggio ci è rimasto incollato addosso negli anni. Abbiamo cominciato a immaginare le ragioni dietro l’operato di questa commercialista, e piano piano è nata la nostra Alessia: una commercialista che trascorre una vita grigia e anonima nel profondo Veneto. Almeno fino a quando la ‘ndrangheta va a bussare alla sua porta…
Come mai avete scelto di raccontare “una rocambolesca vicenda criminale” che vede protagonista una commercialista?
Ci piaceva l’idea di esplorare il mondo dei colletti bianchi che diventano grigi, la grande zona grigia tra legalità e illegalità dove i criminali non per forza vanno in giro con la pistola e fanno scorrere sangue. Crediamo sia interessante vedere Il fiume silenzioso di denaro che scorre al Nord e che spesso fingiamo di non vedere. E poi ci intrigava l’idea di raccontare una storia di emancipazione femminile fuori dal comune, che ha inizio dal contatto con i membri della criminalità organizzata, i primi in assoluto a dare fiducia ad Alessia, una donna alla ricerca della propria libertà, che alla fine trova il suo posto nel mondo, sconfiggendo, a modo suo, il mondo maschilista e patriarcale che la soffoca e reprime. Ci ha fatto molto piacere che la motivazione dei giurati del Solinas abbia sottolineato che questa “rocambolesca vicenda” sia una commedia nera che fonde generi diversi. Noi scriviamo insieme da 10 anni ormai, e insieme tendenzialmente scriviamo commedia. Con l’embrione di questo soggetto tra le mani, ci eravamo detti: “dai che adesso scriviamo una storia seria, ci sono tutti i presupposti”. E niente… anche questa volta, sarà per la prossima volta.
Cosa succederà ora dopo la vittoria del Premio? Quali sono i passi successivi per voi sceneggiatori e per il cammino di questo progetto?
Dopo il bellissimo confronto a La Maddalena con i giurati e i produttori, siamo al lavoro sulla sceneggiatura del film. Una volta consegnata, a inizio novembre, una nuova giuria valuterà gli otto progetti finalisti e decreterà il vincitore del premio ‘Miglior Sceneggiatura’ della 39° edizione del Premio Solinas. Comunque vada questa seconda fase del concorso, per la nostra commercialista ci auguriamo un cammino che la faccia uscire dalla ‘nebbia’ del nostro cassetto dei progetti. Produttori che ci state leggendo – ci portiamo avanti – che ne dite di un Fargo in salsa veneta?