Pubblichiamo alcuni spunti di dibattito emersi qualche giorno fa durante i tavoli di lavoro organizzati al Festival del Cinema di Roma.
Si tratta di un resoconto certamente parziale e non esaustivo, ma che punta l’accento su temi che ci sono sembrati di rilevante interesse per la WGI. Il documento introduce una cernita di affermazioni ed argomenti proposti da Riccardo Tozzi (Anica) e si chiude con alcune proposte che potremmo fare nostre in qualità di WGI.
La discussione è aperta. I soci possono seguirla sul nostro gruppo facebook.
1. INTERVENTI DI TOZZI.
Industria e cinema. L’industria del cinema esiste, ma è in crisi. Occorre ragionare in termini di numeratori. Quanti soldi ci sono investiti? Pubblici, pubblicità, box office, sovvenzioni. Prendiamo come paragone Francia e inghilterra che sono più simili a noi. In Italia la tv pubblica pesa sull’affermazione delle tv pay e quindi sull’innovazione e la varietà di linguaggi.
Erogazione fondi. il MIBACT potrebbe erogare DIRETTAMENTE all’autore e NON al produttore i fondi. Questo garantirebbe pluralità di proposte e solleverebbe il produttore dalla tentazione di allinearsi e appiattirsi con il sistema.
Reference. Il tema del Reference (termine mutuato dal diritto amministrativo anglosassone) è spinoso. Le commissioni che attualmente giudicano i film al ministero oggi non sono adeguate o abbastanza competenti, ma scegliendo commissioni tra persone competenti si cade per forza nel rischio di conflitto di interessi. Si potrebbe chiedere a produttori, registi di scegliere le opere per periodi limitati, con l’obbligo – ovviamente – di non presentare durante il periodo le loro opere, ma il rischio rimane. Tozzi è dell’opinione che soltanto produttori e registi abbiano il talento di presagire il potenziale visivo di un’opera. Non gli sceneggiatori.
Patrimonializzazione mancata. In Italia i successi non si possono patrimonializzare. I produttori sono tenuti a cedere ogni diritto alla rete e questo lo rende sempre più debole rispetto agli altri paesi quando si va a discutere per coproduzioni.
Opere prime. Il tema delle opere prime è frainteso: su 150 film prodotti l’ultimo anno ben il 60% sono opere prime. Il problema delle opere prime è che se ne fanno molte. Mentre mancano le opere terze. Tra l’altro la struttura genetica di un’opera prima è ben diversa da quella di più ampio respiro che si presuppone possa e debba avere invece un’opera terza. Anche questo fenomeno incide alla lunga sul livello di qualità e diversità delle opere.
Rifinanziamento sale cinematografiche. Il MIBACT dovrebbe assumere un ruolo fondamentale di responsabilità anche per il ripristino e il rifinanziamento delle sale cinematografiche nei piccoli paesi, in particolare per favorire la diffusione della digitalizzazione delle sale.
Formazione produttori. Il Centro Sperimentale ha un pessimo corso di produzione. Genera per lo più dei buoni organizzatori. Ma il produttore è un’altra cosa. Deve avere cultura. E pensare al film nella sua globalità. In Italia la formazione dei produttori è carente e andrebbe riformulata e potenziata.
2. FINANZIAMENTI.
Differenze con l’estero. I progetti al programma MEDIA arrivano già corredati da finanziamenti, negli altri paesi. Dall’Italia invece spesso i progetti arrivano “orfani”. Occorre aumentare le possibilità di finanziamento.
Supporti regionali. Orientare i finanziamenti regionali anche verso lo sviluppo di opere e proposte – a partire dall’idea – dunque dare più spazio ed incentivi alla fase di elaborazione delle idee.
Bandi limitati. I bandi puntando alla valorizzazione del territorio di fatto escludono il cartone animato dalle possibilità di accesso ai fondi in palio. Anche il cartone animato è cultura. Ed è un modo per entrare nelle scuole.
Contraddizioni. Il ministero dà punti in più ai progetti che hanno vinto il Solinas ed esclude altri premi (comprese le sceneggiature che hanno ricevuto i fondi di sviluppo dallo stesso Mibact!).
3. NUOVE STRADE
Transmedialità. L’Italia è tagliata fuori dalla Transmedialità (ovvero sulla narrazione audiovisva su diverse piattaforme). Occorre metterci al passo e ragionare su come questo ricaschi sul ruolo dell’autore e della percezione del racconto e della produzione del racconto.
4. PUNTI CHE POTREMMO FARE NOSTRI, IN QUALITA’ DI WGI
– CESSIONE DIRITTI. Portare avanti una battaglia per limitare la cessione dei diritti ai broadcaster da parte dei produttori. In questo modo i produttori possono mettere – di riflesso- da parte un portafoglio di diritti da condividere con gli autori.
– FONDO SVILUPPO. Chiedere che il fondo di sviluppo venga assegnato agli autori, creando un filo diretto tra gli stessi e il ministero. (nota: Anche Tozzi si è detto disponibile a sottoscrivere la proposta).
– COMMISSIONI GIUDICANTI. Rivedere la composizione della commissione giudicante, alla luce anche di una revisione, se non addirittura di una abolizione dell’attuale reference system. Tozzi a questo proposito rilevava giustamente che in assenza di un reference system “oggettivo/automatico” diventa ancora più cruciale il ruolo dei membri giudicanti. Assolutamente priva di fondamento e attaccabile è stata però la sua conclusione, ovvero che nessuno, salvo produttori e registi, è in grado di giudicare le potenzialità di una sceneggiatura, “nemmeno gli sceneggiatori”.
– FINANZIAMENTI REGIONALI ALLO SVILUPPO. Orientare i finanziamenti regionali anche verso lo sviluppo di opere e proposte – a partire dall’idea – dunque dare più spazio ed incentivi alla fase di elaborazione delle idee.
– PREMI E PUNTEGGI. Perchè, a quanto sembra, vincere il Solinas fa punteggio e ottenere lo sviluppo no? Forse un’altra battaglia potrebbe essere creare e chiedere che una lista di premi altri facciano punteggio? Lo scopo è evitare che il Solinas di fatto rappresenti l’unico premio erogatore di punteggio.
A cura di Alfredo Mazzara e Andrea Leanza.