Writers

La Writers Guild Italia è nata con il preciso intento di valorizzare e di far rispettare, sotto ogni aspetto, il lavoro professionale degli sceneggiatori e quindi anche la loro immagine pubblica. La sezione SCRITTO DA, sotto l’egida di WRITTEN BY, la prestigiosa rivista della WGAw, raccoglie e diffonde la voce degli sceneggiatori italiani, per tentare di supplire alla grande disattenzione con cui gli scrittori e le sceneggiature vengono penalizzati dalle comunicazioni dei festival e degli organi di informazione.

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    SCRITTORI A VENEZIA

   Writers Guild Italia (WGI) incontra gli sceneggiatori italiani presenti con le loro opere alla
    71° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (27 agosto-6 settembre)

 

Ivan Gergolet ha scritto e diretto DANCING WITH MARIA. Il film è in concorso nella sezione autonoma Settimana Internazionale della Critica ed è stato proiettato oggi, 1 settembre 2014, alle 14 nella Sala Perla.

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Dancing with Maria

scritto da… IVAN GERGOLET

Four years to write the story of a woman who spent a long time enjoying dancing just for herself and ultimately created a way to keep dancing, and her own method of dance therapy, and is still dancing at the age of 95. Four years to be able to convey the strength and the charm of Maria Fux. Four years to make a documentary film traveling between Italy and Argentina. “This movie – tells author Ivan Gergolet – was written and rewritten many times. For me the process of writing is a guide, a goal on the horizon, especially when working on a documentary. I used to observe all that was happening in Maria Fux’s studio and get in touch with people who were habitually there, trying to grasp the meaning of all the world revolving around her. And I used to indulge in imagination… Many things that I have first imagined and then written down did really happen, as if to make them happen in real life, you had to put them down on paper first. Perhaps I am exaggerating but to a certain extent, in documentaries, writing can almost be a mystical act. If you write it, then it happens.”

1. Ivan, mi devi convincere a vedere il tuo film. Ti chiedo un pitch in tre/cinque righe.

Dancing with Maria è un film che racconta come la danza può cambiare la vita delle persone. La protagonista è la novantaduenne danzatrice argentina Maria Fux, che nel suo studio di Buenos Aires accoglie senza distinzioni non solo professionisti della danza, ma anche persone con limitazioni fisiche e mentali, che nell’incontro con l’energia e la danza di Maria, scoprono come superare i loro limiti. Ora, dopo aver sperimentato e trasmesso agli altri per tutta una vita il suo metodo basato sulla percezione dei ritmi interni e sulla simbiosi con la musica, Maria Fux ha preso in consegna un’ultima allieva, forse la più difficile: se stessa.

2. Com’è nata l’idea del film? Hai avuto difficoltà a realizzarlo?

Nel 2010 accompagnai mia moglie a Buenos Aires, perché lei si era iscritta ad un seminario di Maria Fux, di cui ha studiato la metodologia in Italia. Mi chiese di portare la telecamera per filmare un’ intervista, che sarebbe dovuta rimanere un documento privato, un ricordo di quel viaggio. In effetti per molti mesi fu così, fino a quando non la mostrai al mio produttore Igor Prinčič, che rimase folgorato da Maria e mi rimandò a Buenos Aires, per chiederle se fosse d’accordo a fare un film. Anch’io rimasi folgorato durante quell’intervista, ma non reputavo possibile fare un film così lontano da casa, almeno non in quel momento. Evidentemente mi sbagliavo.

Le difficoltà comunque sono state enormi, non solo per la distanza. Io sono arrivato a Buenos Aires con uno zaino di attrezzatura e poco più. Bisognava costruire tutto, trovare un coproduttore argentino, un minimo di troupe, scrivere una storia, trovare soldi, sopravvivere. Ci sono voluti quasi 4 anni durante i quali ci sono stati momenti molto duri, ma alla fine è stata un’esperienza indimenticabile e irripetibile.

3. Che peso dai alla sceneggiatura in un documentario? La pensi prima, la componi al montaggio?

Questo film è stato scritto e riscritto molte volte. Per me la scrittura è una guida, un’orizzonte al quale puntare, soprattutto nel documentario. Io osservavo ciò che succedeva nello studio di Maria Fux, entravo in contatto con le persone che lo frequentano, cercavo di capire tutto quel mondo che ruota intorno a lei e immaginavo, scrivevo concentrandomi non tanto sulle biografie delle persone, ma sulle dinamiche che si accendevano con il rapporto fra Maria e gli altri personaggi del film. Naturalmente non avevo la sfera di cristallo, però molte cose che ho immaginato prima e scritto poi, sono successe davvero, come se per farle accadere bisognava prima metterle su carta. Forse esagero, ma per certi versi, nel documentario, la scrittura è quasi un atto mistico. Se lo scrivi, poi accade.

4. Quanto è cambiata la costruzione della storia dalla prima idea al film realizzato?

Devo dire che nonostante abbia riscritto la sceneggiatura molte volte, essenzialmente è cambiata solo nei dettagli, rispetto a ciò che Maria Fux e gli altri personaggi del film stavano vivendo in quel momento. E nonostante il film non sia perfettamente corrispondente alla sceneggiatura, com’è naturale per un documentario, ne rispetta lo spirito e la narrazione.

5. Punti di forza del film: quali pensi che siano? Hai pensato a un pubblico particolare?

Non credo spetti a me dire quali sono i punti di forza del film. Sicuramente, quello che posso dire è che per la prima volta è venuto esattamente come volevo, come speravo che venisse. Ma se proprio devo spingermi a dire qualcosa sui punti di forza, ne dico solamente uno: Maria Fux, una danzatrice di 92 anni. Non ho pensato ad un pubblico in particolare, nel senso che non credo sia un film adatto solo a chi si interessa di danza. La danza di Maria va oltre la danza.

6. La WGI fa queste interviste per coprire un vuoto d’informazione. Di solito, ai festival si dà poca attenzione alla scrittura. Che ne pensi di questa abitudine?

Sinceramente non ho un’opinione a riguardo, ma vi fa onore approfondire un aspetto così importante del cinema.

7. Cosa ti aspetti da Venezia?

Questo film mi ha già dato talmente tanto, che non ho più nulla da chiedergli. Spero che a Venezia lo veda più pubblico possibile e che lasci qualcosa alle persone avranno l’occasione e la voglia di assistere alle proiezioni.

8. L’anno scorso ha vinto un documentario: è questa la strada, parità dei linguaggi e dei canali tra film e documentari?

Il fatto che l’anno scorso abbia vinto un documentario si può forse leggere come il consolidarsi di una nobilitazione di questo genere all’interno del mondo dei festival, iniziata con la vittoria di Michael Moore a Cannes con Fahrenheit 911. Per il momento io mi godo l’orgoglio di aver realizzato il primo film documentario in concorso nell’ormai lunga storia della Settimana Internazionale della Critica.

9. Ci regali una scena del copione?

Vi faccio leggere volentieri l’inizio del trattamento, un inedito perché non è stato girato.

Per leggere la scena di Ivan, cliccate quiDancing with Maria writersguild

 Intervista a cura di Giovanna Koch
Sinossi in inglese a cura di  Claudia Di Paolo