Scrittori a VeneziaWriters

La Writers Guild Italia è nata con il preciso intento di valorizzare e di far rispettare, sotto ogni aspetto, il lavoro professionale degli sceneggiatori e quindi anche la loro immagine pubblica. La sezione SCRITTO DA, sotto l’egida di WRITTEN BY, la prestigiosa rivista della WGAw, raccoglie e diffonde la voce degli sceneggiatori italiani, per tentare di supplire alla grande disattenzione con cui gli scrittori vengono penalizzati dalle comunicazioni dei festival e degli organi di informazione.

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SCRITTORI A VENEZIA

Writers Guild Italia (WGI) incontra gli sceneggiatori italiani presenti con le loro opere
alla 70° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (28 agosto-7 settembre 2013).
 
 

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 DANIELA GAMBARO

Due premi a ZORAN

Daniela Gambaro ha scritto con Marco Pettenello, Pier Paolo Piciarelli e Matteo Oleotto (regista) Zoran, il mio nipote scemoIl film ha vinto il Premio del Pubblico Raro Video per il miglior film della 28. Settimana Internazionale della Critica e il Premio Schermi di Qualità assegnato dalle associazioni degli esercenti.

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Daniela, abbiamo già raccontato di Zoran con i tuoi colleghi, ma ognuno di loro ha adoperato espressioni e punti di vista differenti: quindi lo chiediamo anche a te, offrici la tua versione, inizia con il pitch in quattro righe.

Paolo è un uomo incattivito, “pieno di alcol e porcherie”, la cui parabola autodistruttiva subisce uno stop. Un nipotino sloveno timido e occhialuto irrompe nel deserto emotivo che è la sua vita.

La storia dell’idea: da chi è nato il soggetto, come è stato condiviso con regista e produttore?

Il soggetto è nato cinque anni fa, pensando a Giuseppe Battiston e a un personaggio che potesse rendere onore alla sua straordinaria bravura con un arco narrativo semplice, al servizio del personaggio e delle sue sfumature emotive. Con Matteo e Pier Paolo abbiamo lavorato sugli opposti, cesellando un personaggio violento e debole come Paolo e affiancandogli un ragazzino ingenuo ma forte come Zoran. Il produttore ci ha permesso di lavorare con enorme libertà creativa, e questo è stato determinante per la qualità oltre che per la piacevolezza del lavoro.

Quali sono i punti di forza di questa storia? 

Credo che la sua forza stia soprattutto nella bellezza di personaggi schietti e contraddittori. Paolo ad esempio è un personaggio sgradevole ai limiti dell’accettabilità, ma resta profondamente umano e quindi empatico. Un altro punto di forza è il racconto della vita di provincia, nel rispetto dei suoi ritmi e della sua essenzialità.

A quale pubblico (se c’è un pubblico particolare) pensate di rivolgervi?

Quando scrivevamo non pensavamo a un pubblico. Pensavamo solo a fare il film che piacesse a noi. Il che non significa essere autistici, significa semplicemente poter essere professionali in un clima sereno e fertile dal punto di vista creativo. Credo che questo divertimento, questa condizione di grande naturalezza, siano trapelati nel lavoro e che lo rendano apprezzabile sia dalla critica che dal pubblico.

A che punto della tua carriera arriva questo film?

Arriva al momento giusto! Con gli ultimi lavori fatti ho cominciato a raccogliere i frutti di una decina d’anni di lavoro, spesso duro. La selezione di Zoran, una commedia, proprio alla Settimana della Critica, è stata una particolare soddisfazione, resa perfetta dal Premio del Pubblico fresco di giornata.

Che cosa ti ha dato professionalmente?

La fiducia che fare commedia intelligente, profondamente umana e allo stesso tempo divertente, è ancora possibile. E che può mettere d’accordo il parere della critica e quello del pubblico.

Sei stata a Venezia? Ti ha invitato il festival? Ti ha invitato la produzione?

Sì, sono stata a Venezia, invitata dalla produzione.

Non c’è un Leone alla sceneggiatura ma solo un premio anonimo alla sceneggiatura benché conferito dalla stessa giuria. Che ne pensi?

Sarebbe bello che ci fosse.

Qual è la tua relazione prevalente nei confronti dei tuoi colleghi sceneggiatori?

Buona. Credo che uno dei motivi principali per cui si fa il mestiere di sceneggiatore, sia il piacere di lavorare in gruppo. I colleghi vanno scelti accuratamente ma i vantaggi sono di molto superiori agli svantaggi. Nel caso specifico, con Pier Paolo e poi con Marco, che si è unito al gruppo in sceneggiatura, è stata una bellissima collaborazione e stiamo già pensando al prossimo film di Matteo.

L’intervista è a cura di Aaron Ariotti e Marcello Olivieri