La parola al Giurato
Il Premio Francesco Scardamaglia viene scelto da una Giuria composta da una delegazione di sceneggiatori aderenti alle associazioni dei 100Autori – Associazione della Autorialità Cinetelevisiva e della WGI-Writers Guild Italia, Sindacato degli scrittori di Cinema, Tv e Web, che assegna il Premio alla Miglior Sceneggiatura di un’opera italiana edita tra una rosa di titoli selezionati dalla Direzione Artistica.
Quest’anno uno dei giurati della WGI era Umberto Francia.
La mia scuola aveva un vero piccolo teatro, che ora purtroppo non c’è più. Palco, quinte, camerini, sipario, platea, anche una botola che nessuno apriva da chissà quanti anni e che per noi bambini era come l’armadio di Narnia. Su quel palco ho avuto il mio primo contatto con la regia, grazie a un anziano maestro in pensione, Francesco “Checco” Rossetti che scriveva commedie e le metteva in scena con noi bambini. Ma quel teatro era anche il cinema della scuola, con tanto di proiettore a pellicola. E dopo le lezioni, per chi rimaneva, c’era sempre un film. Marcellino pane e vino andava forte (sì, sono stato a scuola “dai preti”), ma il nostro eroe era naturalmente Bud Spencer negli indimenticabili Uno sceriffo extraterrestre, …altrimenti ci arrabbiamo e Lo chiamavano Bulldozer: un turbinio di schiaffoni e valori umani.
Lo scrittore di tutte quelle storie era Francesco Scardamaglia. Ecco perché essere stato scelto a rappresentare Writers Guild Italia insieme al collega e amico David Bellini in occasione della nona edizione del Roma Fiction Fest è stato un doppio onore.
Fin dalla prima edizione del festival nel 2007, WGI è stata presente (fino al 2013 come SACT) insieme ai 100Autori. Dopo la scomparsa di Francesco, che ha contribuito a fondare prima la SACT e poi i 100Autori, il premio per gli sceneggiatori televisivi italiani ha preso il suo nome.
La rosa dei candidati ci è stata comunicata abbastanza a ridosso del festival. Dunque per la valutazione abbiamo avuto molto meno dei cinque mesi che David Bellini mi dice concedano gli Emmy Awards ai giurati prima della cerimonia. Ammetto di non essere precisamente un binge watcher delle serie italiane, quindi mi sono impegnato a condensare nei giorni disponibili la visione di tutto quello che mi mancava per poter esprimere un giudizio che fosse il più documentato possibile. Insomma il sano vecchio metodo Ludovico Van. Ho cercato di spogliarmi di ogni pregiudizio e soprattutto di concentrarmi sulla scrittura senza lasciare che gli altri elementi della messa in scena viziassero la valutazione.
I candidati erano 12 fra tv movie, miniserie e serie, scelti dall’organizzazione del Festival:
L’angelo di Sarajevo (Picomedia – RAI)
Soggetto di Giuseppe Fiorello, Andrea Porporati, Monica Zapelli, Sceneggiatura di Enzo Monteleone con la collaborazione di Giuseppe Fiorello
Un’altra vita (Endemol – RAI)
Scritto da Stefano Bises, Ivan Cotroneo, Monica Rametta
La bella e la bestia (Lux Vide – RAI)
Soggetto di Elena Bucaccio, Mario Ruggeri, Lea Tafuri, Francesco Arlanch, Sceneggiatura di Lea Tafuri e Francesco Arlanch
Angeli una storia d’amore (Casanova – Mediaset)
Scritto da Alberto Amoretti e Stefano Reali
Una pallottola nel cuore (Leone cinematografica – RAI)
Scritto da Francesco Arlanch, Salvatore Basile, Nicola Lusuardi, Luca Manfredi, Gigi Proietti, Francesco Scardamaglia
Il bosco (Taodue – Mediaset)
Soggetto di serie di Pietro Valsecchi, Sceneggiature di Mizio Curcio, Leonardo D’Agostini, Andrea Nobile
Tutta colpa di Freud (Lotus – Mediaset)
Soggetto di Paolo Genovese, Leonardo Pieraccioni, Paola Mammini, Sceneggiatura di Paolo Genovese
1992 (Cattleya – Sky)
Creato e scritto da Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi, Stefano Sardo
Questo nostro amore ’70 (Paypermoon – RAI)
Creato da Stefano Bises, Soggetto di serie di Stefano Bises, Elena Buccaccio con la collaborazione di Teresa Ciabatti, Sceneggiature di Stefano Bises, Elena Buccaccio, Francesco Cioce, Michele Pellegrini
Una casa nel cuore (Redfilm – RAI)
Soggetto di Giuseppe Badalucco, Franca De Angelis, Francesca Panzarella, Tiziana Sensi, tratto dal romanzo Condominio Occidentale di Paola Musa, Sceneggiatura di Giuseppe Badalucco, Franca De Angelis, Francesca Panzarella
Braccialetti rossi 2 (Palomar – RAI)
Sceneggiatura di Sandro Petraglia e Giacomo Campiotti
Una grande famiglia 3 (Cross production – RAI)
Creato e scritto da Ivan Cotroneo, Monica Rametta, Stefano Bises
A uno sguardo d’insieme saltano subito all’occhio i temi della televisione italiana, dove “cuore” e “amore” ricorrono nei titoli e si parla per lo più di famiglia. Non che questo sia un problema, anche Breaking Bad parla di famiglia, ma i tentativi di esplorare il genere continuano ad essere timidi, quasi ci sia un pudore a confrontarsi con le grandi serie internazionali.
I giurati si sono dunque riuniti. A rappresentare i 100Autori c’erano Laura Ippoliti (presidente della giuria) e Cosimo Calamini. David Bellini era collegato su Skype da Los Angeles e non ha potuto approfittare dei dolcetti al cioccolato offerti da Concetta Gulino che ci ha ospitati nella sede dei 100Autori. Avevamo le idee molto chiare e i titoli sui quali ci siamo soffermati sono stati tre o quattro, ma tutti abbiamo convenuto che senza dubbio 1992 fosse il prodotto che in questa stagione indica la strada per la televisione che vorremmo vedere e scrivere.
Durante la cerimonia di premiazione che si è tenuta al Cinema Adriano la sera di domenica 15 novembre, in sala, fra produttori, rappresentati dei broadcast, sceneggiatori, registi e attori c’erano anche Paul Haggis (Crash, Million Dollar Baby, Quantum of Solace), Frank Spotnitz (X-Files, Millennium, The Man in the High Castle, I Medici) e il presidente della giuria del concorso internazionale Steven “Little Steven” Van Zandt (I Soprano, Lilyhammer).
A Little Steven, durante la sua masterclass di qualche giorno prima, avevo chiesto cosa avrebbe detto per convincere i produttori italiani che avere gli sceneggiatori al loro fianco durante tutto il ciclo produttivo fosse una buona idea. Lui è caduto dalle nuvole, non credeva possibile che in Italia questo non avvenisse già, che non esistesse, di fatto, una tradizione di showrunning. Il modo più semplice per convincerli, ha detto, è guardare al mercato americano dove invece questo succede e gli show hanno un enorme successo di critica e di pubblico. L’ha chiamata “cultura televisiva”, in cui è lo sceneggiatore a fare la differenza, dove in quella “cinematografica” è invece il regista.
Dopo la menzione speciale che la nostra giuria ha assegnato agli sceneggiatori Giuseppe Badalucco, Franca De Angelis e Francesca Panzarella per Una casa nel cuore, il premio Francesco Scardamaglia è stato consegnato dal figlio Federico ad Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo, creatori di 1992, “per la capacità di intrecciare storia e storie con originalità, accuratezza nella ricerca documentale e un respiro da grande serie che gli ha già aperto le porte del mercato internazionale.” Nel discorso di rito, oltre ai ringraziamenti al network, ai produttori, ai collaboratori, al cast, parole molto sentite sono state spese dagli sceneggiatori proprio per Francesco Scardamaglia, che i vincitori hanno descritto come un mentore che ha lasciato una traccia profonda nella loro formazione professionale.
Un premio alla sceneggiatura televisiva oggi ha una responsabilità ben precisa: riconoscere tanto il valore obiettivo della scrittura di un’opera quanto il suo impatto sul pubblico e sul mercato e nel caso di 1992 anche il contributo a rendere le serie tv italiane meno autoreferenziali e più internazionali.
Diciamolo: basta acquistare format all’estero, abbiamo tutti i numeri per camminare con le nostre gambe.