Nome di donna
Nina fa la restauratrice ed è felice prima che sopraggiunga la crisi economica nella nostra nazione. La condizione di giovane mamma single disoccupata la costringe a trasferirsi in un piccolo paese della bassa Lombardia e a lavorare come inserviente in una sontuosa clinica privata per anziani. Il manager della struttura sembra magnanimo con tutte le dipendenti e Nina avvia la sua nuova vita con una carica positiva. Una sera il generoso direttore la convoca nel suo ufficio e dopo un bicchiere di vino e qualche lusinga la molesta; lei scappa molto turbata. Comincia a scoprire così un sistema malato fatto di sopraffazione e tampinamenti, di avance sessuali e connivenze, di abusi di potere e reticenze, di crimini sessisti e privilegi; non vuolr farne parte, non intende barattare dignità con favori, non ci sta. Sulle prime subisce mobbing emarginazione ostilità, ma poi aiutata dal compagno, da un parroco pentito, da un combattivo avvocato e da altre donne che la pensano come lei, la spunta: viene installata una cimice e le intercettazioni inchiodano il direttore della clinica alle sue responsabilità.
Tipologia
Lungometraggio, drammatico (98′)