Series Mania 08
MAKING SERIES – WHAT RESPONSIBILITY DO WE HOLD AS CREATORS?
HANIA ELKINGTON: Quella che racconto è una storia di abusi su di un’atleta, dal punto di vista delle dinamiche di potere. Negli sport, infatti, specialmente quelli individuali, il rapporto tra coach e atleta è di 1 a 1 e questo rende i giovani atleti molto vulnerabili. Abbiamo voluto essere onesti sull’argomento, scegliendo di includere sia luci che ombre. Ovviamente, l’argomento non può che essere rilevante al giorno d’oggi.
Per quanto riguarda la responsabilità nei confronti dei “sopravvissuti” di situazioni di abuso, abbiamo avuto il vantaggio di avere un personaggio inventato, non reale, che mi ha permesso di aggiungere nello stesso personaggio più storie diverse che avevo raccolto.
Certo è affascinante esplorare tutti i modi di pensarla riguardo a una situazione. È interessante avere un cattivo al quale possiamo quasi dare ragione e poter capire da dove viene la sua oscurità. Vogliamo che le persone si riconoscano nei personaggi – e noi non siamo tutti buoni come vorremmo.
MÅNS MÅNSSON: Anni di investigazioni sulla “Estonia” non sono serviti ad individuare i responsabili, così, per i parenti delle vittime è impossibile continuare con la loro vita se non si scopre il colpevole della morte dei loro cari. Tutto quello che scriviamo è politica. L’autocensura è disonorevole. Se scrivi una storia vera, devi far sì che il brutto colpo arrivi. Solo quello rende giustizia alle vittime. Il nostro compito di scrittori è esplorare i luoghi oscuri: guardare in faccia il villain e far sì che ci dimostri che quel buio esiste in tutti noi. È di questo che si parla, siamo tutti fallibili.