LE DUE CLAUSOLE: QUALI E PERCHE’.
Un buon contratto è un prerequisito necessario, anche se non sufficiente, per consentirci di affermare nel quotidiano la nostra dignità di scrittori e restituire alla nostra professione il ruolo che merita nella società.
I principi che vogliamo vedere affermati nei nostri contratti sono tanti, sostanzialmente tutti quelli stabiliti nei 10 principi attorno al quale gli iscritti alla Writers Guild Italia si sono riconosciuti. La loro affermazione nei nostri contratti sarà, naturalmente, un percorso lungo e non sempre facile, che abbiamo intenzione di compiere tutto.
Nel metterci in marcia, abbiamo scelto di partire da DUE PRINCIPI che riteniamo non possano più mancare nei contratti che disciplinano il nostro rapporto con i produttori.
Con l’aiuto del nostro Garante, li abbiamo riassunti in DUE CLAUSOLE:
– una mira a garantire la nostra dignità economica, stabilendo che nessuno possa acquisire la titolarità dei nostri diritti d’autore né sfruttarli economicamente prima di averci pagato quanto si è impegnato a pagarci;
– un’altra mira a garantirci i nostri diritti morali d’autore e, in particolare, il primo di tutti ovvero quello di vederci riconosciuta la paternità di un’opera che sia davvero espressione del nostro ingegno e non risultato di esperimenti di mutazione genetica.
Le 2 CLAUSOLE
Dignità economica
La cessione di ogni diritto d’autore oggetto del presente contratto è sospensivamente condizionata all’integrale avvenuto pagamento di tutti i corrispettivi dovuti allo scrittore in esecuzione del contratto medesimo.
In assenza del puntuale ed integrale adempimento da parte del produttore alle proprie obbligazioni di pagamento, pertanto, lo scrittore resterà pieno ed esclusivo titolare di tutti i diritti d’autore sulla propria opera.
Dignità morale
L’opera oggetto del contratto è immodificabile in assenza di consenso da parte dello scrittore salvo quanto previsto dall’art. 47 lda e salva l’ipotesi nella quale essa non risulti conforme alle indicazioni circa i suoi caratteri essenziali concordate tra il produttore e lo scrittore al momento del perfezionamento del contratto o, comunque, in esecuzione del contratto medesimo.
Resta salva la possibilità del produttore di procedere ad una rielaborazione creativa ed originale dell’opera oggetto del contratto a condizione che tale rielaborazione possa considerarsi opera autonoma ancorché rispondente alle medesime esigenze.
PERCHÉ PROPRIO QUESTI DUE PRINCIPI,
CHE SONO TRA LE POCHE COSE DI CUI GIÀ DISPONIAMO,
GRAZIE ALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE?
MOTIVO PRATICO
Sebbene la Legge sul Diritto d’Autore (LdA) stabilisca che il pagamento è condizione necessaria per l’acquisizione di un’opera, la mancanza di una specifica indicazione sul contratto (LA PRIMA CLAUSOLA) rende necessario dal punto di vista legale un accertamento dell’inadempienza contrattuale da parte del produttore che non paga. Inserendo la clausola, invece, l’accertamento non è necessario essendo evidenti – in quanto specificati – i termini dell’accordo intercorso tra le parti. In claris non fit interpretatio.
L’inserimento della SECONDA CLAUSOLA ha lo stesso scopo: rendere esplicito quello che la LdA sottende senza rendere necessario l’accertamento.
CHE VUOL DIRE
Se su un contratto c’è scritto esplicitamente qualcosa (anche se la legge lo prevede, tipo il pagamento) il giudice non ha bisogno di fare alcun accertamento dell’inadempienza: c’è inadempienza per il semplice fatto che il contratto viene disatteso in un suo comma specifico e controfirmato dalle parti. Di fatto non è necessaria alcuna “indagine” da parte del Tribunale. In caso contrario (assenza del comma esplicito) il giudice deve verificare che la Legge non sia stata rispettata, con quello che ne consegue. Per esempio processi che durano decenni, risarcimenti inadeguati al danno subito… i tribunali del lavoro sono pieni di cause di questo genere, perse da chi ha ragione a causa di contratti scritti male (semplificando). Colf che non vengono pagate, operai che perdono il tfr… tutte cose a cui hanno diritto per Legge, ma che cause infinite e cavilli legali riescono a posticipare a vita o, nei casi peggiori, a disattendere.
MOTIVI STRATEGICI
Nel diritto civile si può anche derogare alla legge basta che ci sia il consenso dei contraenti. Alcune volte la deroga è soprattutto a sfavore di una parte (attraverso le cosiddette clausole vessatorie che noi conosciamo bene) e per il consenso è richiesta la doppia firma.
Con queste due prime clausole noi stiamo affermando che su quei due punti non accetteremo più alcuna deroga.
È un bene che i diritti di queste due prime clausole siano già presenti nella legge perchè è utile PER INIZIARE A STANARE i produttori e i dirigenti dei network in cattiva fede. Proprio perchè i diritti di cui chiediamo il rispetto sono già presenti nella legge, I produttori non possono opporsi dicendo che vogliamo rovinarli. Se qualcuno dovesse farlo, dimostrerà che non è in buona fede e che evidentemente quei diritti non ha intenzione di rispettarli in ogni caso.
É un passo verso la MERITOCRAZIA: sempre più sovente i produttori decisono di rispettare contratti solo in base alla simpatia. Queste due clausole riguardano la difesa dei diritti collegati alle invenzioni creative e stabiliscono che se non rispetti le tue obbligazioni, noi non siamo tenuti a rispettare le nostre e cioè a cederti le nostre invenzioni creative. Che dovrebbero essere, in un sistema sano, le nostre principali fonti di sostentamento.
Infine, sul METODO: la scelta di presentare prima decine, poi centinaia di contratti in cui si evidenzia l’autodeterminazione di un gruppo esteso di sceneggiatori attraverso la stessa dicitura sui 2 punti in questione mostra una forza, una determinazione e – soprattutto – un’unità che fino a questo momento non è mai stata messa in campo dalla nostra categoria professionale.
Questo difetto di strategia, di cui ognuno di noi fino a questo momento è stato responsabile, ha consentito alle controparti di considerarci un branco di lupi solitari, di professionisti egoisti pronti a farsi le scarpe l’uno con l’altro.
Arrivare a chiedere gli stessi contratti per tutti, garantendoci l’un l’altro di non approfittare della lotta di qualcuno per sfilargli il posto e soprattutto la dignità che sta provando a difendere, rappresenta un cambio di mentalità che Writers Guild Italia ha posto a fondamento della sua stessa esistenza.
Se perseguiremo questo obiettivo restando uniti le controparti smetteranno di credere di avere a disposizione un manipolo di mercenari pronti a tutto per la propria parte di bottino, le briciole peraltro, e si renderanno conto finalmente di avere a che fare con una falange compatta, stanca di essere ridotta in stato di semi schiavitù, in cui ognuno è pronto al sacrificio per il bene comune.