Bollettino n. 4
Venezia. Quattro settembre duemilaventuno. Venticinque gradi centigradi. Cinque nodi di vento da centocinquantotto gradi. Sudsudest.
“E’ tutta una questione di tecnica.
La biondona è alta, appariscente. Lei è l’ariete. Si presenta all’ingresso, si fa dei selfie con la security.
Li distrae. Li intorta.
Mentre sono imbambolati fa una foto alla lista degli invitati. Manda immediatamente la foto agli altri, il gruppo, che aspetta nascosto là vicino. A quel punto i complici arrivano alla porta e dicono uno dei nomi della lista. Ed entrano.”
E’ la vita, bellezza. La vita vera. O meglio; anche questa è vita – vera – da festival.
Gli imbucati professionisti esistono davvero. Come esistono davvero le feste/astronavi che calano sulla città in questi giorni, in un germogliare di eventi nei posti più chic, o esclusivi e memorabili. Questa gara ad esporre il fiore più bello attira api. Sciami di api. Loro, i professionisti dell’imbuco, sono solo organizzati e spietati nella loro volontà. Veri personaggi da film.
I festival, lo sa chi prima o poi ne ha frequentato uno munito di accredito, sono una vita nella vita. Sono uno spaziotempo tutto suo.
Nella cittadella di sale cinematografiche e bar e sale conferenza e quant’altro vivi una vita parallela – e totale. In quegli spazi passano ore che paiono giorni, giorni che sembrano settimane.
Alla fine hai vissuto stagioni intere. Il tutto in due settimane.
È fatamorgana.
E’ un effetto ottico. Il motivo per cui si riteneva che l’Olandese Volante fosse un veliero capace di volare, appunto. Un gioco di riflessi della luce sull’acqua, umidità dell’aria e curvatura terrestre. Risultato: l’orizzonte percepito non collima con l’orizzonte reale.
Trucchi. Effetti. Illusioni.
Come un festival
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All’Italian Pavillon si è svolto l’incontro “Lazio terra di cinema”.
Gli interventi sono stati davvero numerosi. Hanno sfilato molti dei maggiori protagonisti politici, economici, amministrativi e infine artistici che ruotano attorno alla Regione Lazio.
Impossibile elencare tutti i (tantissimi) traguardi raggiunti – che con giusta soddisfazione ogni intervenuto ha ricordato.
In generale è emersa una notevole soddisfazione per la capacità operativa raggiunta dalla regione.
Alcuni dati significativi:
- Aver appena inaugurato un neonato ufficio cinema.
- Il bando della Regione è stato un grande successo di partecipazione; c’è la volontà di far si che tutto quello che è stato finanziato abbia poi una sostanza. 10 progetti (sui 1000 presentati) saranno portati al MIA.
- Si auspica un consolidamento del fondo produzioni
- La regione Lazio ha un bando per le coproduzioni internazionali, caso più unico che raro.
Tutti questi risultati, e moltissimi altri, sono oggettivamente motivo di vanto per chi costruisce questa “macchina cinema” nel Lazio. Come ha detto Verdiana Bixio: “La sfida è mantenere altissima l’asticella”.
Per finire, balza all’occhio – al mio occhio – una considerazione. Nicola Maccanico, neo CEO di Cinecittà, ha sottolineato come sia fondamentale avere nel territorio delle reali capacità organizzative e operative, così da poter costruire quei progetti complessi che sono i film. Ricordava come non sempre, nel territorio italiano, queste capacità e professionalità, così presenti nel Lazio, ci siano.
Ecco. E qui arrivano le ombre. Non per il Lazio, che ha dimostrato di avere un tempo stabile, con un sole bello alto in cielo – e brezze costanti.
Io sono veneto. Qualche mese fa ho partecipato ad un incontro con il board WGI in cui abbiamo discusso sul come riuscire ad “agganciare” la periferia (il Veneto) al centro dell’impero (Roma). Il problema, lo sanno bene gli sceneggiatori che non gravitano esclusivamente attorno a Roma – ma lo sa bene anche chi abbia messo in piedi un progetto che si sviluppa poi in una delle tantissime realtà locali italiane che siano al di fuori del Lazio – è un problema reale. A volte sembra che il Cinema possa esistere solo nel campo gravitazionale di Cinecittà.
Ecco, per noi cittadini della periferia resta un desiderata: famo che Cinecittà se scorda d’esse solo a Roma e s’allarga invece alla penisola intera.