Bollettino n. 6
Ventagli ovuque. Il movimento vorticoso tradisce nervosismo. Si muovono ovunque. La sala è piena. Pienissima. Ribolle.
Fuori ci sono i tropici. Il sole spazza la terrazza dell’excelsior rendendola un set perfetto per un duello girato da Leone.
Dentro è un forno. Ci saranno 36 o 37 gradi come minimo. Zero aria condizionata. Una situazione incandescente.
Ma lo era già prima di cominciare. Lo sappiamo. Tutto il mondo del cinema ribolle per sapere come arriveranno nuovamente i soldi pubblici nel sistema. Senza, il sistema non può stare in piedi.
Il punto è semplice: come. Come verranno distribuiti? Come saranno formate le commissioni che avranno il potere della decisione? Come come come…
Poi l’incontro inizia.
La Direzione Generale presenta l’era del post tax credit. Slide su slide. Borrelli le presenta, precisando che saranno disponibili sul sito della DG.
Pur avendo chiarito che è solo una presentazione – dunque non uno scambio, previsto per quando sarà finita la presentazione – non mancano momenti in cui qualcuno commenta, o precisa. Non mancano rumori, anche decisi, dalla platea attentissima.
Dal tono degli scambi, delle domande e delle risposte, a volte sembra che si stia assistendo ad un duello al sole.
Di fondo stiamo assistendo ad un legislatore che con fermezza ribadisce che da ora in poi le regole saranno diverse; di contro la platea chiede conto di situazioni che al momento non tornano, di paure che si concretizzano in dati (qualcuno parla di un centro studi che prevede una vera ecatombe per le aziende del settore; dal palco rispondono con un secco “non la pensiamo così”).
Nonostante la palese tensione, nessuno mai alza i toni o perde le staffe. E’ solo un momento di verità conclamata.
La base di queste nuove regole vien spiegata con franchezza dalle slide che scorrono veloci alle spalle dei relatori: gli equilibri economici generali non consentono più di continuare come negli anni scorsi; il rischio concreto è di trovarsi davanti uno stop forzato del sistema per alemeno tre anni. E dunque: si cambia.
Emerge un dato sopra gli altri: quota 3,5 ml. Questa è la cifra prevista per i film che hanno l’ambizione di andare ad incassare. Molto si differenzia se si sarà sotto o sopra quella linea.
Le domande si susseguono. La preoccupazione è palpabile; si avverte che nel passaggio da un sistema all’altro, molto può essere perso per strada.
Alla fine si tirano le somme e dal palco arrivano promesse e rassicurazioni: le commissioni stanno per essere nominate e si cercherà di sentire tutti; inoltre si prende atto della richiesta di prendere in considerazione una norma transitiva, che consenta di completare il lavoro a chi lo ha iniziato quando le regole erano diverse da ora.
Il tempo finisce. Interviene la Borgonzoni con decisione: assicura che l’intento è venire a capo di ogni norma che non funzioni o che crei dei controsensi. Rivendica una costante azione di dialogo con le categorie. Dunque si dice fiduciosa.
Resta nell’aria la convinta volontà espressa dalla Borgonzoni: parliamoci; risolveremo i problemi.
L’assemble si scioglie – anche letteralmente.
Esco stremato per il caldo. È duro da attraversare, il deserto.