Scrittori a VeneziaWriters

Bangland

La WGI è nata con l’intento di valorizzare la professione degli sceneggiatori. La sezione SCRITTO DA, sotto l’egida di WRITTEN BY, la prestigiosa rivista della WGAw, tenta di supplire alla grande disattenzione con cui gli scrittori di cinema, tv, e web vengono penalizzati  dagli organi di informazione.
Lorenzo Berghella ha scritto e diretto il film d’animazione Bangland, che verrà presentato a Venezia in prima mondiale, all’interno della programmazione delle Giornate degli autori il 4 settembre alle 22:00 nella Sala Perla 2

A Venezia a soli 24 anni, e con un film di animazione, genere non frequentatissimo in Italia. Ci racconti qualcosa di te?

A 19 anni mi sono iscritto alla Scuola Di Cinema I.F.A. (International Film Academy) di Pescara, dove ho conosciuto i produttori Alessandro e Cristiano Di Felice, titolari della Scuola e della casa di produzione indipendente Rò Film, sono loro che mi hanno indirizzato verso il cinema d’animazione, dopo aver letto alcuni fumetti amatoriali che avevo scritto e disegnato. Rò Film ha prodotto il mio primo cortometraggio d’animazione Too Bad, con cui abbiamo vinto premi in diversi festival internazionali, in seguito abbiamo creato una serie d’animazione intitolata sempre Too Bad, andata in onda su Capital TV e su Repubblica.it all’interno del programma Webnotte di Ernesto Assante e Gino Castaldo.

Bangland, che è ispirato alla serie Too Bad, è il mio esordio nel lungometraggio ed è stato co-prodotto dalla Axelotil di Gianluca Arcopinto.

Puoi raccontarci la storia del tuo film in poche righe?

“Bangland” è un film corale ambientato appunto nell’ immaginaria Bangland, città situata in una distopica America dove Steven Spielberg, eletto Presidente degli Stati Uniti, ha dichiarato guerra ad uno stato Africano, dando il via ad una propaganda del terrore secondo cui chiunque non è bianco è un potenziale terrorista.

Sullo sfondo di questo scenario socio-politico s’intrecciano le storie di diversi abitanti di Bangland.

Com’è nato il film? Cosa ti premeva raccontare?

Il film è nato come reazione alla realtà in cui viviamo che somiglia sempre di più al 1984 di Orwell.

Le principali tematiche che volevo affrontare nel film sono la guerra, il terrorismo, la paura del diverso, la religione, la politica e la cultura dei mass media che influenza sempre più le nostre vite e il nostro modo di pensare; Bangland è il mio personalissimo “j’accuse”.

Quale peso pensi che abbia l’elaborazione della sceneggiatura nella creazione di un film? E nello specifico di un film di animazione?

Penso che la sceneggiatura sia la fase più importante del processo creativo, tutto il resto, regia compresa, dev’essere in funzione della sceneggiatura.

Per quanto riguarda il cinema d’animazione, nel mio caso, essendo oltre che sceneggiatore e regista anche l’unico animatore dell’intero film, devo scrivere sapendo cosa sono o non sono in grado di disegnare ed animare.

Sei sceneggiatore e regista del tuo film. E’ un caso o una scelta? Perché? Cosa ne pensi di lavorare con altri scrittori?

La sceneggiatura è una fase talmente personale per me che, per il momento, non so se sarei in grado di lavorare con altri sceneggiatori.

Quali pensi che siano i punti di forza del film? Li hai cercati più per una tua esigenza espressiva o per andare incontro a un pubblico?

Spero che i punti di forza siano l’originalità dell’insieme, e l’aspetto visivo, che si discosta dai canoni dell’animazione convenzionale e somiglia di più ad una graphic novel in movimento che ad un cartone animato.

Per andare incontro al pubblico ho usato i codici del cinema di genere, di cui sono sempre stato appassionato; non so se sarei mai in grado di fare qualcosa che possa piacere al pubblico ma non a me.

La WGI fa queste interviste per coprire un vuoto d’informazione sul campo della sceneggiatura e di chi se ne occupa. Di solito, ai festival si parla solo di registi e attori. Che ne pensi di questa abitudine?

Come ho già detto prima trovo che la sceneggiatura sia la parte più importante del film, io personalmente sono molto più interessato nell’ascoltare un’intervista ad uno sceneggiatore piuttosto che ad un regista o ad un attore.

Cosa ti aspetti da Venezia? Cosa pensi della situazione del nostro cinema in questi anni?

Penso che il principale problema del cinema è che, a differenza delle altre arti come ad esempio la pittura o la letteratura, richiede parecchi costi e di conseguenza richiede maggiori compromessi che ne compromettono il risultato finale; ci sono parecchi film interessanti nel panorama del cinema italiano indipendente ma che, proprio perché sono film non per tutti i gusti, faticano a trovare degli adeguati investitori e nella maggior parte dei casi vengono a malapena distribuiti, il risultato è che il cinema italiano mainstream è composto da film realizzati con lo stampino, con l’unico obiettivo di accontentare il maggior numero possibile di spettatori.

A questo va aggiunto che negli ultimi anni la televisione ha diseducato gli spettatori e il peggiorare della situazione economica ha portato il pubblico a cercare uno svago e quindi ad evitare un cinema più impegnato, trasformando l’arte in nient’altro che intrattenimento.

Fortunatamente ci sono ancora produttori come i Fratelli Di Felice e Gianluca Arcopinto che nonostante tutto si ostinano a voler investire su progetti più sperimentali.

Il tuo film ha già una distribuzione? Cosa ne pensi del sistema distributivo in Italia? E del futuro delle sale cinematografiche?

Dopo la proiezione a Venezia a distribuire il film sarà la Pablo di Gianluca Arcopinto;

La mia idea è che nel futuro i film si vedranno sempre di più in televisione e su internet e le proiezioni al cinema diventeranno eventi come le mostre d’arte nei musei, perché ciò avvenga anche in Italia ci vorranno dieci-quindici anni in più rispetto al resto del mondo.

Conosci il testo della nuova legge Franceschini sul cinema? Cosa ne pensi?

Questa legge dovrebbe porre fine agli anni di disattenzione da parte delle istituzioni nei confronti del cinema italiano, spero solo che venga usata per finanziare anche le giovani produzioni e non i soliti noti.

Quali sono i tuoi programmi per il futuro?

Sto già lavorando ad un soggetto per il prossimo film; sarà un noir psichedelico/ onirico e sarà sempre realizzato con la tecnica dell’animazione.

Un augurio al cinema italiano?

Mi auguro che il cinema italiano torni a sperimentare come faceva negli anni passati, vedere “Il racconto dei racconti” di Matteo Garrone, che ha il primato di primo fantasy adulto nella storia del cinema italiano, fa ben sperare per il futuro.

L’intervista è a cura di Franca De Angelis

Scrittori a Venezia – Writers Guild Italia (WGI) incontra gli sceneggiatori presenti con le loro opere alla 72 Mostra internazionale d’Arte Cinematografica (2-12 settembre 2015).
Le foto dei film sono state messe cortesemente a disposizione della stampa dal sito della Mostra biennale.org e dal sito di Istituto Luce – Cinecittà filmitalia.org. a cui vanno i  nostri ringraziamenti.
Le foto degli sceneggiatori sono invece di loro proprietà: grazie anche a loro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post