Series Mania 12
PRIMA MASTERCLASS BY LISA JOY (RISERVATA AGLI ISCRITTI DEL FORUM)
Ci racconti il tuo approccio alle Drama Series?
Mi piacciono gli show complessi che creano dei mondi. Sono affascinata dal dovermi immaginare tutti i dettagli di quel mondo, che è quasi infinito. E da lì nascono i personaggi. Adoravo la mitologia da piccola. E questi input sono rimasti in me. Questo mi ha portato ad essere affascinata da cose universali – temi universali. Perché – più che un’idea “local” – possono essere “relatable” e rilevanti per tutti. E per questo motivo sono sempre stata affascinata dallo SCIFI. Puoi andare oltre al mondo presente, prendere le stesse “tematiche e problematiche” del nostro mondo e trasferirle in questi nuovi contesti. E metti te stesso in quella metafora.
Come hai messo assieme tutti i pezzi di Westworld?
Writers rooms. E un sacco di whiteboards. E quando abbiamo scritto il pilota ci siamo spinti oltre e abbiamo mappato cosa succedeva in tutta la stagione. Quando porti avanti il progetto, tutti inseriscono il loro input. Ed è così che tutto quanto diventa organico. Lo show è stato cancellato, però volevano fare una quinta stagione. Anche perché il mercato è cambiato.
Se pitchassi Westworld ora, pensi che lo prenderebbero?
Penso che i temi toccati da Westworld siano importanti. Quando abbiamo cominciato, il mondo era diverso. Con gli advancements dell’AI è cambiato tutto, ed è super rilevante. Questi argomenti saranno sempre più esplorati.
Come crei degli show? Hai una mente molto attiva. Come concili il tuo background da avvocato e business consultant con la tua mente creativa?
C’è il lato creativo ma anche quello produttivo e da regista. Ho cominciato a scrivere a 30 anni. E quasi tutti cominciano prima. Una cosa che dico a chi comincia è: “it’s all copy”. Ogni cosa che fai… Stai osservando il mondo, vivendo il mondo, e questo influenzerà quello che fai – e arriverà nelle idee che hai. Facendo legge ti confronti con i temi di “free will”, “guilt” e argomenti del genere. E quando crei uno show come showrunner, devi capire anche le componenti di business e le componenti pratiche. Nel portare le scene dallo script fino allo schermo, sono affascinata dal come massimizzare il valore e far sì che il budget “finisca valorizzato” sullo schermo. Capire gli aspetti finanziari di uno show e avere un pensiero logico, correlato da una parte creativa, è affascinante.
Sciopero degli autori in America: Per qualcuno come te che ha un sacco di cose in sviluppo, cosa pensi succederà se c’è uno sciopero degli scrittori?
È un po’ stressante, perché da una parte posso stare del tempo senza scrivere, ma aspetto la decisione della Writers Guild. In America non abbiamo un social welfare. E mi ricordo come fosse complicato per me agli inizi: è una vita difficile. La Writers Guild vuole far sì che gli scrittori possano vivere dignitosamente.
Hai scritto un graphic novel: ti piacerebbe tornare in quel mondo e farci una serie TV?
Sì, mi piacerebbe. L’ho fatto perché desideravo creare mondi. È la storia di Athena al giorno d’oggi. Ho pensato che sarebbe stato interessante “own” the IP e vedere cosa sarebbe successo – anche per avere una chance di essere coinvolta nel progetto se fosse piaciuto. Le idee non muoiono mai. Non c’è mai un addio, semmai un arrivederci.
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BONUS: LISA JOY (SECONDA CONFERENZA, APERTA AL PUBBLICO)
I robot guardano il mondo da un punto di vista un po’ estraniato. I miei genitori non mi avevano dato le stesse pietre miliari culturali degli altri americani che mi circondavano, e quindi è per questo che ho potuto trasferire questo mio “straniamento culturale” in Westworld.
Il mio background di diritto (ho studiato legge) mi ha dato più credibilità negli occhi di chi guardava le donne scrittrici come un po’ “volubili e isteriche”. Essere una donna è stato difficile nell’era prima del Me Too. Una volta mi è stato detto che non avrei più lavorato se avessi denunciato…
Quando scrivo ho molto chiara e vivida in mente l’immagine di cosa sarà raffigurato in scena. Fortuna, talento e perseveranza è il mix che bisogna avere per “farcela”. Se dubiti di te stessa troppo, non puoi scrivere nulla. Ci sono sempre i momenti di conflitto anche con se stessi. E allora, avere una rete di supporto forte fatta di amici e famiglia è fondamentale. Non chiederti mai “Ce la farò?” ma: “Come ce la farò?”.
Quale è la mia routine per entrare nella “zone” e concentrarmi a scrivere “di flusso”?! Beh, ho un figlio piccolo! Se aspettassi le condizioni perfette per scrivere non potrei scrivere nulla! Ho imparato ad andare in “hyper focus” è come una trance. Se sono concentrata non vedo nemmeno le persone intorno a me – è un po’ come cavalcare un’onda… Quando riesci ad entrare nel flusso riesci persino a lasciare te stesso! Quando non riesco ad essere “in flusso”, invece di demoralizzarmi mi dedico al Plotting. Lavorare alla trama è un po’ un lavoro da robot – di precisioni, meccanismi e contrappesi e in questo modo, pensare logicamente alla struttura della serie diventa una piacevole “distrazione”.
Il concept di Westworld con Chat GPT sta diventando sempre più attuale: Genetica, fede e Destino VS libero arbitrio. Quanto di noi è già scritto o “programmato” nei nostri geni? Abbiamo libertà di scelta o no? La mia risposta è: dobbiamo comunque agire come se la avessimo.
Tutte le arti servono per osservare dei panorami interni ed esterni. Non ci sono buoni o cattivi. Ci sono persone che fanno scelte. Noi umani siamo facilmente hackerabili da parte dei media di cui ci nutriamo. L’AI – l’intelligenza artificiale – ha le sue radici nell’uomo e nelle informazioni che le vengono date! Scrivere sceneggiature alla fine è un po’ come scrivere un codice. Fai delle prove e delle simulazioni e proietti i risultati nel futuro, a cascata sulla trama. Vediamo il passato attraverso le lenti della memoria e lo usiamo per scrivere il nostro prossimo capitolo. Siamo tutti storyteller della nostra autobiografia.
Cosa ne penso di ChatGPT e la sceneggiatura? Ho chiesto a ChatGPT di scrivermi una poesia – e faceva schifo. Per ora è un aggregatore di informazioni. Riassembla e riflette lo status quo. Credo che l’uomo sia una coscienza collettiva. Penso che l’AI possa essere uno stimolo o un accessorio per l’immaginazione, ma che non possa sostituirla. Il personale è universale. E l’universale è personale. Conservare l’empatia è fondamentale. Quando “entri” in un libro… tutti entriamo a pagina “Uno” e tutti facciamo lo stesso viaggio. Seguiamo la verità emozionale di quel personaggio e magari questo viaggio ti può cambiare il punto di vista su qualcosa! Nessuno in questo mestiere ha la verità in mano. Quella che è la tua verità – è la tua arte. L’arte di essere pagati, invece, è un’altra cosa. E passa da tanta perseveranza e da infiniti rifiuti. Essere una sceneggiatrice ad Hollywood vuol dire conoscere intimamente il rifiuto. Devi credere ogni giorno nel valore della tua arte. Avere una comunità che ti supporta. Ed essere curioso, cosa che ti spinge a continuare a creare e, francamente, a goderti e celebrare la vita. Credi in quello che scrivi. Amalo.