Desiderio.
Bollettino n. 8/22
Nel 1958 da queste parti sbarca una ventitreenne di nome Brigitte Bardot. Due anni prima si era materializzata sullo schermo in “E Dio creò la donna”. Le cronache narrano di una folla isterica. Raccontano anche che durante il suo soggiorno in laguna perse la testa per un cantante e ne fece di ogni.
Nel 1971 Silvana Mangano si manifestava in giro per le calli e in spiaggia al Lido; cappello a falde larghe e cappellino para sole. Morte a Venezia, di Visconti.
Sono solo due delle folgoranti apparizioni di bellezza e desiderio che hanno preso forma in questo rettangolo del mondo, in novant’anni di racconti proiettati su teloni bianchi. Diversissime. Bellissime. Impossibili da dimenticare. Oggi è il giorno di Blonde.
Marilyn incarnata da Ana De Amas.
Il fantasma del desiderio muove ogni cosa.
Barbera lo aveva detto: la missione è riportare le persone al cinema. Il desiderio – in tutte le sue multiformi manifestazioni – resta la pietra miliare della casa dei nostri racconti. Una casa piena di fantasmi di bellezza.
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Il desiderio, nella società dello spettacolo di massa, è una macchina infernale.
Ogni tipo di desiderio, ogni tipo di speranza. Ogni tipo di angoscia, ogni tipo di perdita. Blonde è un’esplosione dei fantasmi più profondi.
Andrew Dominik cambia continuamente registri, formato, ottiche. Tutto per darci la visione della vita distopica di una splendida ragazza disperata. La forma del raccontare qua è esplorata. Il caleidoscopio è notevole.
Non si ama la perfezione, ma la scheggia che sottolinea la fragilità di quella perfezione. Ecco perché si fanno film, racconti, sul desiderio: per le nostre schegge.
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La spiaggia si mostra com’è, oggi. Niente vento, niente nuvole, niente sole troppo perfetto e nitido. Oggi la spiaggia è nuda. Bella della bellezza settembrina, che sai essere l’ultima.
“Il dio negava” (Rainer Maria Rilke. Alcesti)
Allora apprezzi la sincerità. Proprio perché la sai ultima, scheggiata, quella bellezza ti si imprime sulla pelle.
La pioggia mattutina ha finalmente concretizzato l’aria che restava sospesa sulla città come una promessa perenne, fastidiosamente tirata troppo per le lunghe.
Poi è arrivata lei. Blonde. La pioggia. La rabbia. L’angoscia. La Mangano. La Bardot. Il cinema.
Il desiderio.